La nostra storia nasce contestualmente con la nascita del sodalizio Bozzolese, inizialmente sottosezione del CAI di Mantova. É verso la fine del 1972, infatti, che un gruppo di appassionati di montagna decide di fondare la suddetta sottosezione e, alle iniziali uscite sulla neve, ben presto si aggiungono le uscite estive, via via più impegnative. É dall’allargarsi del gruppo e dalla voglia di “andare oltre” che nasce la necessità di formarsi e formare le nuove leve.
Partono così i primi corsi di Roccia e Sci Alpinismo, grazie alla collaborazione con il CAI Mantova e il Circolo Rocciatori Ugolini di Brescia. L’entusiasmo è subito contagioso e numerosi sono i ragazzi che con curiosità si approcciano alla pratica della montagna, nonostante si abiti lontano da essa. Da qui, è inevitabile l’esigenza di istruttori titolati che possano dirigere i corsi, anche se sempre sotto il vigile controllo di chi fa scuola da molto prima di noi: i primi a superare gli esami per diventare Istruttori di Sci Alpinismo sono Eugenio Beluffi, detto il Dottore, e Sesto Gnaccarini, ai quali negli anni a venire se ne aggiungono altri. Ma è con l’acquisizione del titolo di Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo da parte di Francesco De Antoni che si può finalmente aprire una scuola in seno al CAI Bozzolo. Scuola che nasce ufficialmente nel 1994 e che viene intitolata a Sesto Gnaccarini, forte alpinista scomparso prematuramente nel 1988 a causa di una malattia, tra i fondatori della sottosezione di Bozzolo e membro attivo fin dai primi corsi svolti. Il suo primo Direttore sarà, appunto, Francesco De Antoni.
L’entusiasmo, e quindi la partecipazione ai vari corsi, sono sempre crescenti, come in continuo aumento è il numero di giovani che si avviano alla pratica dell’alpinismo o dello sci alpinismo e che poi, insieme alla loro attività personale, si impegnano attivamente nella scuola o nella sottosezione. Sottosezione che, col raggiungimento del prestigioso traguardo dei 350 soci nel 1998, ha i requisiti per chiedere alla Sede Centrale di diventare Sezione Nazionale del Club Alpino Italiano. Dal 1999 il CAI Bozzolo diventa Sezione a tutti gli effetti. Sempre sul finire degli anni ‘90 approda alla nostra Scuola, in qualità di Direttore dei Corsi di Ghiaccio e Alta Montagna, Italo Bazzani, fortissimo alpinista bresciano, Accademico del CAI, Istruttore Nazionale di Alpinismo presso la Scuola “Adamello” del CAI Brescia. La sua esperienza e la sua vitalità sono subito contagiosi e ben presto nuove schiere di ragazzi si affacciano ai corsi della Scuola e alla Sezione, con la voglia di imitare i loro maestri.
Impegni di lavoro portano Francesco De Antoni a trasferirsi nel Centro Italia e la Direzione della Scuola passa, nel 2003, a Italo Bazzani. Sono anni di grande fermento, durante i quali si organizzano, insieme ai corsi base di alpinismo e sci alpinismo (cavalli di battaglia della scuola), corsi avanzati un po' in tutte le discipline. Da questi corsi escono diversi allievi che pian piano intraprenderanno la strada per prendere il titolo di istruttore, regionale o nazionale. Tra tutti spicca Marco Gnaccarini, secondogenito di Sesto, il quale, giovanissimo, nel 2010 acquisisce il titolo di Istruttore Nazionale di Alpinismo e, nello stesso anno, prende in mano la direzione della Scuola intitolata a suo padre.
L’organico della Scuola cresce sempre di più in quantità e qualità, e con esso i corsi che vengono organizzati. Sempre nuovi titolati si aggiungono all’elenco degli esistenti e le attività della Scuola fanno da volano alle attività della Sezione, e viceversa. Ne è prova il fatto che in questi anni la Sezione arriva a superare i 550 soci. Purtroppo non mancano i lutti all’interno della scuola. Gravi malattie colpiscono alcuni istruttori e amici: Gianni Brancolini, che tanto ha fatto all’interno della Scuola, soprattutto nel campo dello sci alpinismo, ci lascia nel 2016 e Italo Bazzani, amico e maestro di tanti nuovi istruttori, ci lascia nel 2018. Il vuoto da loro lasciato è grande, ma è proprio per loro e con loro nel cuore che le attività continuano con maggior vigore.
Con l’acquisizione del titolo di Istruttori di Arrampicata Libera di alcuni istruttori, nel 2019 si può aggiungere quest’altra disciplina al nome della Scuola, diventando così Scuola di Alpinismo, Sci Alpinismo e Arrampicata Libera “Sesto Gnaccarini”. Nel 2021, negli anni difficili della pandemia, dove anche le attività rallentano, senza però fermarsi, ci lascia anche Eugenio Beluffi, il Dottore. Il suo contributo è stato immenso, sia all’interno della Sezione, ma soprattutto all’interno della Scuola: così durante l’assemblea degli istruttori, a fine 2021, si decide all’unanimità di modificare il nome della Scuola, intitolandola anche a lui: si chiamerà pertanto Scuola di Alpinismo, Sci Alpinismo e Arrampicata Libera “Gnaccarini - Beluffi”. Durante la stessa assemblea viene nominato Direttore Alessio Monteverdi, Istruttore Nazionale di Alpinismo. Succede a Marco Gnaccarini che dal 2020 ricopre il prestigioso incarico di Direttore della Scuola Regionale Lombarda di Alpinismo.
Ad oggi (febbraio 2022), l’organico della Scuola è composto da 51 istruttori, di cui 4 Nazionali, 13 Regionali, 32 Sezionali e 2 Aspiranti.
Con quest’anno, sono stati organizzati:
40 Corsi di Sci Alpinismo
7 Corsi di Sci Alpinismo Avanzato
31 Corsi di Alpinismo
1 Corso di Alpinismo Avanzato
25 Corsi di Roccia
5 Corsi di Arrampicata Libera
13 Corsi di Ghiaccio - Alta Montagna
2 Corsi di Cascate
(21/12/1949 - 26/07/1988)
Sesto Gnaccarini ha abitato a Canneto sull’Oglio (in provincia di Mantova) fin dalla nascita, dove ha vissuto fino ai 32 anni. Ha lavorato per 14 anni come operaio all’ENEL di Asola dov’era conosciutissimo, non solo nell’ambiente di lavoro, ma anche in quello alpinistico. Una volta sposato si è trasferito a Bozzolo (Mantova), dove ha continuato a coltivare il suo amore per la montagna, condividendo con la moglie Paola anche l’interesse per la vita scoutistica.
La vita matrimoniale di Paola e Sesto è stata allietata dalla nascita di due figli, Diego e Marco, oggi giovani adulti, inseriti con soddisfazione nel mondo del lavoro. Già istruttore della Scuola di Roccia “Ugolini” di Brescia, fu a Bozzolo l’iniziatore e il costante animatore di corsi Roccia e Sci Alpinismo. La sua ricca attività alpinistica ha interessato tutto l’arco alpino, dalle Dolomiti al Monte Bianco: ottenere il titolo di Istruttore Regionale di Sci Alpinismo fu perciò una logica conseguenza per Sesto Gnaccarini. La montagna gli era connaturale. Il suo carattere schivo e riservato, tenace e puntiglioso trovava nelle asperità e nel fascino dell’impegno alpinistico l’ambiente idoneo per esprimersi, mentre il suo spirito di servizio, la sua semplicità e la sua fresca cordialità catturavano simpatia e adesione. Schiere di giovani hanno imparato sotto il suo esempio e il suo sprone a frequentare la montagna, acquisendo a una tale scuola la sobrietà, la costanza e l’impegno che le “terre alte” richiede.
Grande amico e compagno di cordata di Sesto è stato Ernesto Fantini, ottimo scalatore e alpinista, promotore del gruppo di scalatori di Isola Dovarese (CR), grande amante della montagna e soprattutto forte rocciatore; in cordata Ernesto e Sesto hanno salito vie e montagne molto impegnative in giro per tutte le Alpi. Legati alla sua corda, o seguendo le sue tracce nella neve, in tanti si sono sentiti sicuri, anche in momenti difficili o drammatici. Con chi lo seguiva fu sempre esigente: in tutti, alla fine, si affinava il gusto per le attività pulite, genuine, per le uscite che impegnano e affratellano. Negli ultimi anni i doveri famigliari avevano ridotto l’attività alpinistica di Sesto Gnaccarini, che andava concentrandosi quasi esclusivamente sui corsi, rinunciando ai programmi che certamente lo avrebbero molto più gratificato. Questa sua scelta morale e una vita religiosa riservata, ma profonda, risaltarono nei lunghi mesi della malattia, con cui si doveva chiudere la sua breve esistenza, divenendo maestro di vita, più di quanto fosse stato maestro di alpinismo, per gli amici che andavano a trovarlo con tanta assiduità e calorosa amicizia. La serenità con cui ha affrontato la sofferenza e il distacco ha significato il raggiungimento pieno del senso della vita e ha costituito per tanti un esempio.
A Sesto è stata intitolata la Scuola di Alpinismo e Sci Alpinismo del CAI Bozzolo: è doveroso ricordare a chi si avvicina alla Scuola chi era colui di cui porta il nome. É un piacere vedere come, a distanza di decenni, la traccia di Sesto sia ancora così pulita e chiara; come giovani istruttori, tra cui il figlio Marco, si dedichino all’attività della scuola mettendo sempre in primo piano quei saldi principi che rendono ogni salita un vero momento di crescita per tutti. È con gioia e responsabilità che si continua l’attività alpinistica con un Maestro di tale spessore.
(21/03/1929 - /02/2021)
Nasce tutto nell’ottobre del 1972 quando alcuni locali appassionati della montagna chiedono alla Sezione di Mantova del Club Alpino Italiano l’autorizzazione per costituire una sottosezione in Bozzolo. Il 26 novembre 1972, la Sede Centrale Cai darà l’autorizzazione necessaria per dar vita a Cai Bozzolo come Sottosezione di Cai Mantova. La Sottosezione partirà raccogliendo quasi 50 soci. Il promotore più determinato nella creazione dell’associazione bozzolese, Giovanni Compagnoni, fu anche il primo reggente. Iniziano le prime attività, dapprima con gite sociali in pullman nella stagione invernale verso le località sciistiche, seguite da alcune escursioni estive in gruppo. A corollario alle attività montane si affianca l’organizzazione di eventi in Bozzolo, per dare il proprio contribuito a sostegno del paese, con anche l’intento di farsi conoscere in un territorio sempre più ampio.
Nel 1978 l’elezione a reggente di Eugenio Beluffi, “il Dottore” e l’entusiastico apporto dei nuovi soci, porta alla creazione dei primi Corsi di Roccia e di Scialpinismo in collaborazione con la materna Sezione di Mantova. In anticipo sui tempi, nel 1979 un gruppo di innovativi soci di Isola Dovarese costruisce nel loro comune una palestra artificiale di roccia: molto probabilmente il primo esempio all’aperto di una struttura del genere. Grande intuito ebbero i consiglieri quando decisero di iniziare a perseguire i passi necessari per fondare una riconosciuta scuola di alpinismo. “II Dottore” fu il primo istruttore di Scialpinismo nel 1980, anche se non di giovane età fu un trascinante esempio di come approcciarsi alla montagna, “Maestra di Vita”.
Nel 1986, con l’apertura di una vera e propria sede, si organizzano i primi corsi l’avvicinamento alla montagna per ragazzi, grazie soprattutto all’impegno di Roberta Rasi e del Dottore Eugenio Beluffi che nel 1991 ottengono il titolo di Accompagnatori di Alpinismo Giovanile. Sull’onda dell’impegno per i giovani il Dottore, ha fondato la sua vita come Pediatra, quindi un impegno totale sia nella vita lavorativa che nel volontariato ai CAI Bozzolo, durante i vari corsi organizzati. Persona limpida, generosa, altruista, molto religiosa, impegnato costantemente a cercare di fare del bene agli altri.
Con questo suo profuso impegno si è distinto aiutando moltissime persone ed organizzando per moltissimi anni campeggi estivi rivolti alla montagna ed alla preghiera, cambiando luoghi, dalla Valle d’Aosta alle Dolomiti, facendo crescere i partecipanti sia a livello di salite in montagna, che a livello spirituale. Tutti lo ricordano come il Dottore che ha sempre aiutato il prossimo ed anche il CAI ha accettato la richiesta per il titolo di Istruttore Emerito, come riconoscimento per l’impegno svolto per molti anni.
(20/07/1942 - 18/02/2018)
Italo è nato il 20 luglio 1942, ha sempre vissuto a Roé Volciano (BS), ha vissuto una vita travagliata nel dopoguerra, ma sempre con la febbre della libertà, le scorribande nelle campagne, i tornei all’oratorio a compensare la dura disciplina delle dieci ore in officina. Promettente campione di atletica, specialità mezzofondo, poi a 23 anni il virus della montagna. Da allora è sempre andato in montagna in ogni momento libero, dedicandosi alle salite alpinistiche e scialpinistiche, ma anche alle Scuole di Alpinismo e Scialpinismo di Brescia e Bozzolo (MN), dove ha diretto moltissimi corsi. Le avventure vissute lo hanno segnato, e fin dai primi anni ha cominciato a cimentarsi dal Campanile Basso alla Nord dell’Adamello fino al Monte Banco, salendo moltissime vie (sperone della Brenva in solitaria, Nord dell’Aiguille Blanche, canalone Gervasutti ed altri al Tacul, Aguille Verte da varie vie, Les Droites altre salite in zona Argentiere, Monte Rosa moltissime pareti nord, Cervino per varie vie, molti canali ghiacciati dal Monviso al Bernina, nord Gran Zebrù-nord Tresero-nord Ortles-nord Vertana-moltissimi 4000 ecc.). Con diversi compagni di arrampicata, alcuni famosi come Clemente Maffei «Gueret», guida alpina della Rendena e Fausto De Stefani, uno dei salitori dei 14 ottomila esistenti al mondo, Italo ha tracciato vie nuove in Val di Genova, sulla Presanella, in Brenta e ripetuto alcune fra le classiche vie di ghiaccio nelle Occidentali/Orientali e in tutte le Dolomiti (Prealpi Bresciane - Presolana - Arco - Brenta - Marmolada - Civetta - Sassolungo - Sella - Agner …. ecc), inoltre ha salito moltissime cascate di ghiaccio ed è stato uno dei primi apritori di alcune di queste, oltre che praticare e promuovere la passione dello scialpinismo che ha professato moltissimo arrivando a percorrere anche 200.000 metri di dislivello all’anno di salite.
Italo ha all’attivo diverse spedizioni nelle montagne del mondo: sul monte Kenya, in Africa dove lui e De Stefani tracciano una via nuova, una salita solitaria sull’Aconcagua, sull’Illampu 6.368 metri in due successive spedizioni sulle Ande Boliviane, arrivando da solo in vetta e ancora in Groenlandia con il CAI Brescia nel 1968 e due spedizioni sui settemila del Pamir in Asia centrale, oltre molte altre su vette minori e trekking in tutto il mondo. Ne sono testimoni i vari reperti presenti nella sua casa, simile ad un rifugio per i vari ricordi appesi ai muri ed i libri di montagna presenti nella libreria. Montagne di esaltazione e di sofferenza, perché Italo subisce molti incidenti, uno particolarmente grave durante il corso per istruttori nazionali di alpinismo, nel gruppo del Bianco che lo terrà convalescente per oltre sei mesi, poi ogni volta si è ripreso ed ha continuato ad andare in montagna.
Per dirla con William Blake, «quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono». Grandi come la marea dei ricordi che ogni giorno affiorano e che Italo come un capitano di mare ha condensato nel suo libro di bordo, scritto nel 2007 dal titolo «Imparato lassù». E’ diventato INA nel 1972, da allora ha gestito, diretto e seguito moltissimi corsi base ed avanzati inizialmente nella sezione di Brescia Scuola Adamello/Tullio Corbellini e successivamente nella sezione di Bozzolo (MN) Scuola Sesto Gnaccarini, dove è stato per alcuni anni Direttore. Per tantissimi anni ha svolto attività pratica e didattica con moltissimi allievi e tutto lo ricordano come un bravissimo istruttore, preparato e pieno di gioia, riesce ancora adesso a trasmettere serenità ed allegria quando ci trova in compagnia. Ha avvicinato alla montagna moltissimi nuovi istruttori e moltissime persone che grazie a lui ora hanno questa passione. Grazie al suo curriculum ed alla sua passione nell’insegnamento è diventato anche Accademico del CAI. Colpito da una grave malattia, simile alla leucemia, dopo una continua ed ultima fatica con delle chemioterapie molto potenti, ci ha lasciati nel 2018, lasciando un grande vuoto a tutti gli amici, istruttori e compagni di cordata che in tanti anni si sono legati a lui.